mercoledì 31 dicembre 2014

L'era renziana del poraccesimo



A volte ancor meglio di un post sono i commenti che seguono, soprattutto quelli che denotano lo spirito del tempo, lo Zeitgeist che, attualmente, si esprime in un diffuso poraccismo. Talmente diffuso e pandemico da far diventare questa l'era del poraccesimo. Era renziana, anno quasi II. Il poraccismo d'anima e di intelletto che genera mostri in continuazione in questo bad trip continuo che stiamo vivendo.

Come dimenticare chi ha sverginato la sezione commenti dell'ultimo post, l'ormai celebre Anomimo poraccio, con questo:
"mai visto un proletario che deve spendere 1900 euro di tasse sugli immobili. Borghesi straricchi (quindi nè proletari, nè middle class) imbecilli che spendono così tanto perchè tengono le terze e quarte (perchè con 2 case di dimensioni normali non ci si arriva a 2000 euro) case vuote in quanto le vogliono vendere o affittare alla cifra che pretendono loro (ovvero i prezzi pre-crisi, che non torneranno nemmeno tra un secolo) ne conosco a bizzeffe, ma proletari, nessuno. E chi ha immobili così grandi e numerosi da spenderci così tanto di tasse, sta più che bene, e quindi paga sempre troppo poco!"
Uno dice: peggio di così che vuoi dire? Invece, poi, altrove, leggi quest'altro commento:
"Preferisco annettermi alla Germania. Sostituire la nostra classe dirigente con quella tedesca."
Secondo voi dove può essere stata scritta una tale dichiarazione di poraccismo nella variante Ich bin ein Berliner se non sulla pagina Facebook di Vladimiro Giacché, ovvero di colui che ci ha tolto definitivamente le fette di würstel dagli occhi raccontandoci cosa è stata l'annessione ultraviolenta della RDT  alla RFT di Kohl e Schauble? Si, proprio lo stesso Schauble che ora, assieme al degno compare Moscovici, si comporta in Grecia come il guappo Don Carmine Javarone in casa di Totò.

E poi quelli che vogliono spiegarmi che se ho una casa il comune fa bene a tassarmi a sangue perché la casa consuma la strada, la strada si riempie di buche e chi le deve tappare le buche? Io che non riesco a tenere a freno la mia casa bucaiola.
Amico caro, te lo dico da reduce dei gloriosi anni sessanta. Ai miei tempi le strade si scassavano pari, ma lo stato le riparava senza arrivare a cavare a mio padre il 15% del reddito annuo. Vulisse 'a Maronn che la causa di questa tassazione feroce dipenda dall'essere prigionieri del vincolismo?

Quelli che ho citato finora però sono esponenti estemporanei del poraccismo, amateurs, dilettanti allo sbaraglio, aspiranti Gran Poracci che non applicano il silenzio pitagorico dell'apprendista.
I veri maestri sono i lucidatori di frame, gli spinnivendoli, i dispensatori di luogocomunismi e menzogne al cubo a mezzo stampa.
Poracci non si nasce, lo si diventa. Occorre essere assai ricettivi alla propaganda, allo spirito di corpo, all'istinto di appartenenza, rimanendo sempre fissi sulla linea maestra della mediocrità, del menefreghismo, nel proprio particularismo che talvolta sfocia nella pura pornografia, come degli snuff-tweets di "mira Oman quant'è bbell" Scacciavillani.


Quando l'operatore finanziario incontra Er Canaro sotto coca e quaalude.

Come non citare, come perfetto concentrato del pensiero poraccista, questa lettera del direttore del Sole 24 Ore?  Le prime righe sono folgoranti, indossate i dispositivi di protezione: 
"Dall'inizio della crisi ad oggi l'Italia ha perso un quarto della produzione industriale, nove punti di prodotto interno lordo, quindici nelle sue regioni meridionali, l'Italia che tutti abbiamo conosciuto non esiste più, si è dissolta, potremmo usare un'espressione forte e dire che è morta. Prima prendiamo coscienza di vivere in un'altra Italia, in un Paese più piccolo e sempre più diseguale, nato povero e diventato ricco, ma che ha continuato a vivere da ricco anche quando non lo era più, meglio è." 
Napoletano si tuffa nell'autorazzismo senza pudore, anzi bramando di contagiarsene. Un bugchasing intellettuale di pregio. Le stringhe busoniche tedesche sono qualcosa che ti segnano per sempre. Vi segnalo la notevole esegesi dell'intero articolo fatta da Giuseppe Liturri.

Bagnai su Twitter ha segnalato inoltre questa uscita di uno stranamente poco forbito Vendola:

Qui siamo nel poraccismo variante cifaiociseista. Duole citare la Sanità a Vendola ma verrebbe da dire che qui un'infermiera killer ha scambiato l'ossigeno con l'anidride carbonica.
Tsipras al governo in Grecia fa tanta tanta paura ai mercati, sapete. Perché sanno che andrà con Barbarella Spinelli, la figlia del padre affondatore degli Stati Uniti di Mordor da Sauron e lo convincerà a diventare buono. Sembra quasi il poraccismo nella variante lituana.La Lituania, sapete, è quella che, avendo visto il film, ha fatto tornare indietro il Titanic appena partito per salirci a tutti costi.

Come però non esprimere la mia vicinanza, in queste ore tremende, all'Albania.


Doppio poraccismo carpiato con avvitamento. Non era facile.

domenica 28 dicembre 2014

I pidocchi vengono sempre al pettine


Il foglio telematico del cosiddetto Movimento Popolare di Liberazione, che dev'essere senz'altro gemellato con il Fronte del Popolo di Giudea (vedi sotto), ci offre un'accurata e serena analisi del pericolo rappresentato oggi dal non essere di sinistra quanto loro.
Conoscete il gioco democratico, l'entità che nel mondo occidentale globalizzato ha sostituito da tempo la democrazia? Ecco, esiste anche il gioco identitario, che è quello che nel mondo occidentale della sinistra globalizzata ha sostituito la rivoluzione proletaria. Come il gioco democratico nulla ha a che fare con la democrazia, altrettanto il gioco identitario non c'entra niente con l'emancipazione delle classi minacciate dall'ultracapitalismo. Per partecipare al gioco non basta tirarlo fuori e misurarselo, per vedere chi ce l'ha più lungo, ma occorre anche avercelo puro ed incontaminato. Giustamente i padroni non amano che i loro servi lo menino a destra e a manca, ma soprattutto a destra, prima di sollazzarseli su Elysium. Così il gioco identitario consiste non soltanto nel reciproco grooming alla ricerca dei pidocchi piccolo-borghesi per passare il tempo in attesa della proclamazione della vittoria della lotta di classe da parte delle élites, ma nel controllare che il loro prossimo non sia stato contaminato da rapporti impuri con la destra.
I miei piccoli lettori, a questo punto, si staranno domandando a chi giovi questo gioco e se non ce ne possa fregare di meno di esso e di chi lo pratica. Avete ragione. Essendo un gioco riservato ormai a pochi non eletti non dovremmo neppure occuparcene né perderci tempo, se non per avere la scusa di rispolverare uno dei più fenomenali pezzi di satira sull'idiozia di sinistra che si siano visti al cinema.



Tenete presente che il pezzo è del 1979 e i Monty Python sono inglesi, il che dimostra come il problema della sinistra cialtrona sia transnazionale e senza età.
Se me ne occupo però, della sinistra cialtrona, è perché, comunque, ritengo non si debba lasciar passare l'infamia di chi, quando usciremo, avrà la faccia di tolla di dire: "L'avevo sempre detto". Bisognerà essere in grado di riconoscere il pidocchio per evitare nuove spiacevoli reinfestazioni.

Tornando all'articolo pubblicato sul sito del "coordinamento della sinistra contro l'euro" - come se esistesse un Movimento di Rocco Siffredi contro la figa, lo so che fa ridere ma è così, questo sedicente Marxista dell'Illinois N° 2 ci mostra quali sono i pericoli per chi, combattendo la battaglia contro l'euro, non si accorge nella contaminazione possibile in itinere con i pericolosi elementi della reazione. Il che dimostra che il vero nemico dei sollevatori, praticando essi l'insulso gioco identitario invece della critica anticapitalistica, non è l'euro (ma s'era capito) ma la destra e il rischio del sorpasso da destra.
In specifico, il pericolo per costoro è la vittoria della peggiore espressione della destra reazionaria, ovvero "l'inciucio con la destra liberista e xenofoba"
Che coraggio! Non quello con la Troika dei suoi vassalli italiani del PD e di ciò che resta del centrodestra; dei sindacati collusi e infelici, dei mangiatori di gnoccofritto, delle sacre cooperative unite, degli europeisti kalergici propugnatori del ripopolamento e di tutta la feccia risalita dal pozzo del più grande tradimento della storia dopo Giuda Iscariota.

Il bersaglio del loro livore, che condividono con alcuni attivissimi circoli del bruxismo su Twitter, è Alberto Bagnai che, tra i tanti meriti divulgativi, ha, purtroppo per loro, quello di fungere da luminol, da rivelatore della cialtronaggine non solo intellettuale della sinistra. Anche se spegni la luce, eccola lì che risplende e questo loro non possono tollerarlo. 
Ossessionati, dicevo, dal sorpasso da destra, ossessione che smaschera l'insincerità della loro contrapposizione alla moneta unica, non vedendo che è proprio la sinistra la sua più devota groupie,  il loro babau ora è Salvini (pseudonimo di Marine Le Pen) che ha tra i cavalli di battaglia tre vere e proprie piaghe bibliche: "il no euro, il no all'immigrazione e la flat tax." Il no euro, appunto.

Ecco, la flat tax. Un argomento sul quale si può essere o meno d'accordo ma solo dopo aver studiato cos'è e quali ne sono i pro e i contro. La flat tax sulla quale Bagnai e Claudio Borghi hanno dichiaratamente opinioni diverse ma che, nella confabulazione del delirio sollevazionista, diventa il pretesto per "la rottura di un sodalizio disdicevole" tra i due. Non sorprenda il tono da Carolina Invernizio. Da quel punto in poi l'articolo assume toni melodrammatici da feuilleton. 
Eccovene un brano, talmente pregno di significato che vale la citazione integrale:
"Cosa sia la Flat Tax è presto detto: il sogno di tutti i furfanti, la quint'essenza della visione neoliberista in economia. Tu guadagni mille io dieci e la comunità ci prende in tasse la stessa quota del 20%. Addio alla Costituzione! Addio, in una società che vede ampliarsi il solco tra ricchi e poveri, al principio del fisco come leva per redistribuire la ricchezza. Diciamola tutta: addio allo Stato e abdicazione finale della politica al regno dell'economia fondata sul profitto".
Sareste da dannazione immediata solo per quel latrato disperato e falso sulla Costituzione. Che faccia di tolla! Come osate nominarla, infami traditori, voi che avete generato i peggiori stupratori seriali della carta scritta a suo tempo da gente alla quale non sareste degni nemmeno di leccare le scarpe. 
Capite? La quintessenza (senza apostrofo, cheri) del liberismo non è mica l'applicazione della Santa Patrimoniale patrona della Sinistra alla classe media (formata non da capitalisti maialoni alla Groz ma dai vostri genitori, brutti somari), che va ad intaccare il risparmio e la proprietà immobiliare con punte di pressione fiscale insopportabili senza tenere contro del reddito, mandando allegramente in culo la progressività e favorendo si la redistribuzione, ma verso l'alto, della ricchezza. 
Il reddito, questo sconosciuto. Se uno che ha ricevuto a dicembre una busta paga di 1300 euro netti e si ritrova a pagarne 1900 di imposte sugli immobili di proprietà, a quale percentuale di tassazione è soggetto? Guardate nel grafico l'ultima palla a destra che rappresenta l'insieme degli asset della classe media. Se colpiamo la casa di proprietà, la pensione, la liquidità (gli ottanta euro di elemosina del grullo che finiscono nella TARI e nell'IMU) e ne mettiamo anche a rischio lo stipendio con il Jobs Act, vedete bene che quella palla cambierà nome da Middle a LUMPENPROLETARIAT. Ve lo direi in greco ma non ho fatto il classico.
Questo è ciò che sta facendo la sinistra in Italia fin dai tempi del Britannia per conto delle élites e in nome del liberismo e non sopportate che Bagnai e gli altri ve lo ricordino.


La flat tax è il male, cari pidocchi. E va bene, voglio darvi ragione. Ma se io guadagno dieci e il Ricco mille, il venti per cento è sempre il venti per cento. Ovvero a me tolgono due e al Ricco duecento. Ora come ora a me tolgono l'undici su dieci e al Ricco non so, perché probabilmente lui ha un commercialista più bravo del mio e poi io, da fessa, ho tutto intestato a mio nome e il Ricco sicuramente no. 
Forse, se con una minore imposizione fiscale mi rimanessero più soldi in tasca dallo stipendio, potrei anche pagarmi certi servizi che ora, siccome devono essere gratis per tutti, rischiano di diventare a pagamento per tutti. Se mi dite che troverebbero il modo di fotterci lo stesso, siamo d'accordo, ma questo regime fiscale che tanto vi piace perché ammazza l'odiato piccolo-borghese applicando il feticcio della patrimoniale, è una barbarie.

In attesa di riparlare di flat tax con argomenti più sostanziosi e seri, un invito ai sollevazionisti e compari loro: continuate pure a ragliare e rosicare allo stesso tempo, nel mentre cercate la fantomatica "uscita da sinistra" senza dire una parola contro la demolizione controllata da sinistra dell'Italia. Spero che, quando la troverete, al di là della porta si aprirà per voi l'abisso dell'inferno. L'inferno nel quale avete spinto questo paese.

venerdì 26 dicembre 2014

Buon Natale di resurrezione


No, non mi sto confondendo con la Pasqua, abbiamo veramente bisogno di risorgere e al più presto. Stanno cercando di ucciderci ma abbiamo la pellaccia dura e, anche se ci crederanno finiti, risorgeremo. La fine della storia è solo la pia illusione di uno spiritoso che si chiama Fukuyama. La storia non finisce, dear Francis, ma prosegue e spesso ritorna e si ripete con un copione decisamente scontato e fin troppo prevedibile. Le corde troppo tirate, France', si spezzano sempre, oppure si attorcigliano al collo di chi le ha messe sotto sforzo. C'est la vie, e non uso il francese a caso.
Un esempio di ricorso storico? Prendo a random questo estratto da un articolo del 1° settembre di Mario Relandini:
Merkel-Schauble versus Mario Draghi
“La Cancelliera tedesca Angela Merkel e il suo Ministro delle Finanze, Volfgang Schauble – secondo quanto pubblicato dall’autorevole quotidiano “Die Spiegel” – avrebbero telefonato, irritati, al Presidente della Banca Centrale europea, Mario Draghi, reo – secondo loro – di avere messo l’accento, al recente “summit” dei banchieri a Jack Hole, sulla opportunità di riforme strutturali piuttosto che sulla necessità di mantenere l’austerità di bilancio. Secondo la Cancelleria tedesca, invece, sarebbe stato il Presidente Mario Draghi a telefonare ai due, ma non c’è stata alcuna smentita sulla loro irritazione nei suoi confronti”.

Resta comunque il fatto certo che la Cancelliera tedesca Merkel e il suo Ministro delle Finanze Schauble – al di là di chi abbia telefonato a chi – hanno l’intenzione di continuare ad incensare quel “dio rigore” accigliato e furioso contro ogni flessibilità ragionevole che potrebbe aiutare la ripresa in tutta l’Unione. C’è da chiedersi perché, considerato che anche la Germania ha cominciato a battere la fiacca economica e produttiva e la prospettiva di Mario Draghi gioverebbe anche a lei. Il rigore d’accordo, per carità, ma non è che di rigore di debba morire. Anche ammesso che la Germania, di rigore, voglia testardemente suicidarsi sull’altare del suo dio.
Il corsivo e il refuso sono di Relandini. Notate la coincidenza della data di pubblicazione del 1° settembre, data storica importante e che con il testo citato sta a pennello. Fine della storia, cher François? 
Ricordate la prima legge della termogermanica? "Appena se ne ha la possibilità, cercare il frontale con la storia". La seconda è: "L'Italia si dichiarerà entusiasta di salire in macchina con noi" e la terza: "L'Italia salterà dall'auto lanciata a bomba all'ultimo momento prima dello schianto".

A proposito, nel duemilaequindici, che mi suona meglio di duemilaequattordici perché è più armonico, non avendo quell'inciampo della o di quattordici,  non è escluso che ci tocchi proprio Mario Draghi come nuovo presidente della Repubblica, dopo che il comunista preferito di Henry Kissinger ci avrà fatto la garbatezza. 
Draghi, tra le figurine dei villain, non sarà proprio a livello dell'Imperatrice Merkel e di Darth Schauble, ma le riforme, e sapete cosa vuol dire "riforme", le vuole fin dai tempi del Britannia. In nome e per conto, dicono i ben informati, delle ben cinque Ur-lodges alle quali risulterebbe affiliato. Quando si dice diversificare l'investimento per evitare rischi.
Certo, c'è il problema che Ugenio nostro vorrebbe, dopo aver benedetto Padoan con l'estrema unzione, affidare direttamente all'Imperatrice la guida ufficiale dell'Europa. Con le parole sue a "Sballerò":  "Renzi deve offrire alla Merkel il comando ufficiale dell'Europa". (dal minuto 22). Così, secondo lui, si fa prima. Non si capisce però che cosa, se il frontale tedesco o la nostra fine. Casualmente, in tedesco la guida si dice Führer, anche parlando di guide turistiche. 
Guardatevela, l'intervista inginocchiata dell'apprendista al mastro direttore, tra una leccata al giullare di corte Benigni e l'altra all'apprendista rottamatore Renzi, fino all'inno finale al Walhalla, perché merita. Da conservare gelosamente tra gli affetti più cari ad imperitura memoria.

In alternativa al poliziotto cattivo Draghi potrebbe toccarci quello buono Romano Prodi, ovvero colui che ci fece entrare nell'antro del lupo e potrebbe, con la stessa identica faccia, portarcene fuori prendendosene pure il merito. Anche lui reduce della famosa crociera ma nella parte del leader del centrosinistra gabbapiddini. Scusate se insisto e sembro fissata su questo punto ma, se ci pensiamo, sarebbe l'unico modo per salvare il PD dalla furia degli italiani. Far finta che nulla sia accaduto, la sinistra che salva il paese e l'euro che fu tutta colpa di Berlusconi. Non ve lo sentite anche voi?
Come volevasi dimostrare, paraVendola sponsorizza proprio Prodi, non si sa se per cremarlo definitivamente o con convinzione, il che dimostrerebbe ancor più l'indole serva e filoelitaria della finistra. Nell'intervista citata di Sballerò, la frase: "Non è un'operazione di sinistra dare 80 euro agli italiani?" che pronuncia ad un certo punto il ragazzo spazzola, riprendendo l'anziano direttore che barcolla sulla fede renziana,  ci ricorda, cari maquestanoneverasinistristi, con chi abbiamo a che fare.

Come altri papabili presidenziali, dovesse prevalere l'inquantodonnismo, non escludo la Emma Bonino che, quando ero ancora immersa nell'oscurità dell'orrida pidditudine di appartenenza, con obbligo di primo europeismo, vedevo bene come presidenta in quanto esperta di esteri (era prima del suo ministero, comunque) e fornita di autorevolezza in Europa. Povera grulla! Io, non la Emma.
C'è da dire che, quando mi sono risvegliata in pieno sole, la sedimentazione di trent'anni di ascolto di Radio Radicale mi ha aiutato a tirare le somme alla svelta e a capire - ma avevo già cominciato ai tempi delle liaisons dangereuses ledeeniane di Capezzone, che quello era proprio il più ferocemente fasullo dei partiti di sinistra. Specializzato in diritti umani al posto dei diritti dell'Uomo e in alta cosmesi dei diritti civili proprio perché ultraliberista in economia e con lo Spinelli sempre in bocca a perpetuare il mito dei fantasmatici Stati Uniti d'Europa. Quelli che, secondo Ugenio, Draghi non vuole assolutamente, per cui sarebbe meglio rimanesse a guardia della cassa dando il potere assoluto alla Merkel che li vuole ancora meno di Mario.

Chiunque venga eletto presidente della repubblica, comunque, a meno di sorprese che ritengo improbabili, ed escludendo l'ipotesi finale del fantoccio del ventriloquo, è destinato ad essere un ennesimo Quisling se non Hindenburg. Non dimentichiamo che, in previsione della disfatta dell'euro, c'è già chi vorrebbe qualcosa ancora di peggiore, come questo Carlo Pelanda su Libero
"Penso che Roma dovrà agganciarsi, probabilmente con Londra e Madrid, all'America, cercando autonomia e rilevanza offrendo in cambio una missione di presidio proconsolare del Mediterraneo, opzione utile anche per predisporre il passaggio al dollaro nel caso non escludibile che l’euro imploda".
Chi non si augurerebbe, salvandosi da un naufragio  nel gelido mare del Nord, di cadere direttamente nella vasca dei piranhas?
Del resto gli ammiratori dell'America vista ancora come fogno americano invece dell'incubo neocon in balìa del lato oscuro da almeno tredici anni che è in realtà, abbondano. Anzi, donabboniano, come dice Alberto Bagnai.
Proprio a Radio Radicale ascoltavo ieri Piero Sansonetti tessere le lodi sperticate di Obama. Colui che ha fatto la riforma della sanità ma soprattutto ha fatto "LE RIFORME" e la pace con Cuba. Obama che in Italia non crea entusiasmo perché "diciamolo, per gli italiani in fondo è un negro". Col che si dimostra che, come tutti i convertiti, i comunisti che scoprono il culto dell'ultraliberismo e si inebriano dell'odore acre dell'impero la mattina presto, sono i più pericolosi.

E, parlando di filoammeregani, che dire di Rampini, il cui intervento sempre nella storica puntata di "Sballerò", fa titolare Repubblica: "In America non c'è nepotismo". Lui, per amor di cronaca, si riferiva agli studenti e ricercatori che trovano l'America in America senza, apparentemente, scontrarsi con le baronie universitarie che privilegiano l'appartenenza invece del merito.
Al titolista che invece ha esagerato dedico come promemoria questa foto che raffigura il 41°, il 43° e molto probabilmente il prossimo presidente, il 45°, degli Stati Uniti. Di padre in figlio. Sperando che prima o poi George senior dimostri di avere anche figli normali.
Si chiama trasmissione per sangue del potere, è incompatibile con la democrazia e non è molto diversa da quella della Corea del Nord.
Ma di questo, e della fenomenale operazione di spin che ha riconfezionato e rivenduto un film uscito 'na chiavica e destinato al flop come blockbuster grazie al presunto attacco ai danni della casa distributrice da parte di fantomatici hacker del paese canaglia raffigurato nel film, parleremo la prossima puntata.




mercoledì 17 dicembre 2014

Traditori


Sapete come si leggono i giornali, anche quelli online come Repubblica.it? Dovete leggerli dal basso verso l'alto e dall'ultima alla prima pagina, se volete capire, nell'ordine: cosa vogliono che ignoriate, che invece sappiate e con che cosa vogliono distrarvi. I distrattori servono anche per indurvi a negligere fatti importanti che però in quel momento non devono attirare la vostra attenzione. Più in basso o nelle pagine interne possono anche trovarsi le notizie che apparentemente non sembrano importanti ma che, se le tenete d'occhio, potete giurare che di lì a qualche giorno acquisteranno maggiore evidenza e risaliranno verso l'alto.

In questi ultimi giorni, tra le notizie in secondo piano ma importantissime ce ne sono state due che hanno riguardato la libertà di informazione e di espressione.
Lunedì 15 dicembre Giulietto Chiesa, che si trovava in Estonia per una conferenza dal titolo "La Russia è nemica dell'Europa?", è stato inspiegabilmente tratto in arresto dalle autorità locali e notificato dell'esistenza di un decreto di espulsione del governo estone del quale però non si conosce ancora la motivazione. Una cosa inaudita per un paese cosiddetto europeo, e che non ha avuto certo sulla stampa il riscontro che avrebbe meritato, tranne quello di colleghi di specchiata onestà intellettuale come Marcello Foa. Chiesa, commentando il suo immotivato arresto nell'Estonia facente parte dell'UE, ha protestato che "questa non è certo l'Europa di Spinelli". Sicuro sicuro, Giulietto?

Come mai, più o meno contemporaneamente, in Spagna il governo Rajoy riusciva a far approvare dalla Camera, in attesa del passaggio al Senato, la cosiddetta "ley mordaza" una legge di sicurezza pubblica particolarmente restrittiva, una sorta di Patriot Act che, secondo i critici, potrebbe rappresentare un ritorno ad un clima da dittatura? Non dicevamo giusto nel post precedente che coloro che si sono incaricati di subprimizzare intere nazioni cancellandone le costituzioni democratiche, ritenevano la Spagna troppo legata a contraddizioni del periodo post-franchista?
Cosa sta succedendo veramente in Europa? Forse possiamo capirlo analizzando la giornata di ieri, 16 dicembre dal punto di vista dell'azione della propaganda mediatica.

Dite la verità, dei dieci comandamenti ve ne è rimasto impresso solo uno: quello del "non rubare". E scommetto che dell'esegesi piddina della Legge spalmata su due lunghissime e narcolettiche serate televisive condotte dal catechista più pagato al mondo ricordate solo che il Signore quel comandamento lo scrisse espressamente in italiano. 
Bene, era proprio quello il messaggio e l'avete recepito. Irrorazione di autorazzismo completata. Ricordiamo che un senso di vomito è perfettamente normale. Ringraziamo il born again Benigni e i nostri comunisti preferiti per la collaborazione.

Passiamo oltre. Sempre della giornata di ieri, cosa ricordate d'altro? La strage dei bambini in Pakistan, certo. Dice che andavano a scovarli classe per classe. Come a Columbine. Come sull'Isola di Utoya e prima ancora a Beslan. Già, Beslan.
Ignobile attentato terroristico, vero. Avete però soprattutto ascoltato in tutti i TG l'aspirante fratello gridare in Parlamento contro i grillini che l'avevano esortato a "pensare piuttosto ai bambini italiani", anche se pare che nessuno l'abbia detto veramente. Come nell'esperimento di psicologia della testimonianza "del cane lupo", che tutti hanno visto ma che non è mai esistito, l'importante non è la causa ma l'effetto, cioè quello che ha potuto gridare il boy scout attraverso la televisione nei nostri salotti, prima che un altro toscano in vena di predicozzi vi pontificasse a caro prezzo: "Come si fa a dire: "pensa ai bambini italiani!!""
Giusto, i bambini italiani contano zero, come quelli greci. Che si sappia in giro. Altro messaggio arrivato e download completato. Un parlamentare del M5S, in piena illuminazione, ha fatto il salto della quaglia dichiarando nefasta l'uscita dall'euro e l'alleanza con Farage del Movimento. Boy scouting in diretta e nessuna denuncia di scilipotismo sui media, ci mancherebbe.

Andiamo ancora avanti. Non ricordate proprio altro di questa intensa giornata?
Strano, perché ieri è scattata l'offensiva della nuova Operazione Barbarossa, l'attacco alla Russia. L'Impero colpisce ancora secondo il motto "Yes we can (do whatever we want)". Niente divisioni corazzate ma solo una perfetta manovra concentrica di speculazione finanziaria a colpire non solo il rublo ma l'intera economia russa. Lo vedete nel box qui sotto di Repubblica.it, all'inizio collocato a fondo pagina e man mano risalito nella giornata.
Quel "i russi iniziano ad avere paura" sottolineato è tutto un programma.


Visto che ricompare lo spread, che conosciamo bene, dovremmo essere ormai allenati a riconoscere dal fetore i Blitzkrieg del potere finanziario, eppure l'attacco di ieri ve l'hanno venduto ancora una volta come qualcosa di simile ad un castigo divino, la prova che gli dei non amano il presidente Putin, la Madre Russia, la sua moneta (sovrana) e la sua indipendenza. Non sono mancate le stoccate sugli oligarchi maialoni e mafiosi puniti dall'azione di mercati antropomorfi inesistenti, come proiezione del delirio psicopatico degli ordoliberisti.
Ovviamente c'è stato chi si è detto lieto, a differenza della Russia e del suo rubletto, di far parte dell'eurozona e di essere così protetto dalle tempeste finanziarie. 

Riassumendo: nel giorno in cui i talebani riconquistano le prime pagine con una strage particolarmente ripugnante in Pakistan e all'indomani dell'attacco terroristico in Australia ( se no che terrorismo globale e che guerra trentennale al terrorismo è?), una sconvolgente ondata speculativa si abbatte sulla Russia, facendo diventare prove i numerosi indizi che suggeriscono che siamo leggerissimamente in guerra. Siamo nel senso dell'entità europea volgarmente chiamata UE in guerra con la Russia di Putin. Si comincia a capire un po' il perché dell'arresto di Giulietto Chiesa?

Facciamo un passo indietro. Domenica 7 dicembre, Sant'Ambroeus. Matteo Salvini è ospite di Lucia Annunziata per una lunga intervista, che vi propongo integralmente.



Lucia incalza Matteo (il Matteo cattivo, non quello buono) da vera giornalista d'assalto, pone domande scomode come "Lei è fascista o no? Sa, è un dibbbattito interessante". E' per la storia della Le Pen, ovviamente. Poi arriva la domanda sulla recente visita di Salvini a Mosca e qui Lucia tira fuori l'interrogante da prigione del popolo che è in lei.
Perché Salvini è andato a Mosca? Per difendere l'export e il made in Italy ma Lucia ne fa una questione assai più grave:

"Andare a Mosca è qualche cosa che qualcuno potrebbe dichiarare tradimento dell'interesse nazionale."

(Qui c'è un parametro illogico. Visto che Annunziata, essendo antifascista, sicuramente rigetta il nazionalismo nel senso di quello italiano, di quale interesse nazionale sta parlando? Io un'ipotesi l'avrei ma non la dico.)
Il concetto viene confermato alla fine dell'intervista:
"Questa storia sulla Russia la considero un filo da traditori".

Domanda: quand'è che si viene considerati traditori visitando un paese straniero? Quando con questo paese straniero si è in guerra.
Siamo quindi proprio in guerra con la Russia? E quando, di grazia, sarebbe stata dichiarata? E' perché siamo in guerra che Chiesa è stato arrestato per il fatto di voler parlare dei rapporti tra Europa e Russia in un paese della UE? 
Subdolamente, questo articolo di Repubblica sembra suggerirlo. Chiesa non ha fatto nulla, si è solo permesso di criticare l'Occidente, ovvero lo schieramento del quale fa parte, in tempo di guerra.
Settant'anni di pace assicurata dall'Europa e non sentirli.




lunedì 15 dicembre 2014

A metà del viaggio con l'acido kalergico


"Le costituzioni e gli assetti politici della periferia sud dell'Europa, stabilitisi all'indomani della caduta della dittatura fascista e condizionate da quell'esperienza, presentano un certo numero di caratteristiche che le rendono inappropriate ai fini di un'ulteriore integrazione nella regione.  Le costituzioni mostrano una forte influenza socialista, che riflette il peso politico che i partiti di sinistra acquistarono dopo la sconfitta del fascismo." 
(fonte: "The Euro area adjustment: about halfway there", 2013)

Nei giorni scorsi diversi malfidati hanno avanzato l'ipotesi che il jobs act renziano fosse stato copiato pari pari da un documento programmatico di Confindustria dell'anno scorso, che ne conteneva i desiderata per quanto riguarda le riforme del mondo del lavoro. La cosa mi ha fatto ricordare che, riguardo alle riforme strutturali dello Stato, come l'abolizione del Senato, si era fatto invece riferimento qualche mese fa ad un paper uscito nel 2013 dal ventre di J.P. Morgan, il cui titolo può essere tradotto in "Gli aggiustamenti dell'eurozona: siamo a metà strada" e dal quale è tratta la citazione iniziale.

Più oltre il documento citato affermava:
"Vi è un crescente riconoscimento dell'estensione del problema [la democrazia, ndr], sia nel centro che nella periferia. Il cambiamento inizia a verificarsi. La Spagna ha intrapreso un percorso per risolvere alcune delle contraddizioni del periodo post-franchista grazie alla legislazione dell'anno passato che ha permesso un più stretto controllo fiscale della regione ma, per il resto, al di fuori della penisola iberica è accaduto ben poco.
Il test chiave nel prossimo anno [2014, ndr] avverrà in Italia, dove il nuovo governo ha una chiara opportunità di intraprendere significative riforme politiche. Tuttavia, nei termini della nostra metafore del viaggio, il processo di riforma politica è appena incominciato." (fonte citata) 
Il discorso è sufficientemente chiaro o ci vuole l'albo con le figure da colorare? Ci sono ancora dubbi sul fatto che l'austerità sia la garrota stretta attorno al collo affinché molliamo la democrazia alla quale ancora ci aggrappiamo? La speculazione finanziaria degli spread a cui seguono i "fate presto" degli sguatteri è il pungolo elettrico che serve al medesimo scopo.
Dovrebbe essere evidente ormai anche ai dolci di sale cosa siano le riforme. Il tentativo da parte delle élites, che si servono del braccio armato finanziario, di tornare ad un ordine mondiale preindustriale, ad un medioevo in bad trip da acido kalergico.
Che vengano additate le costituzioni democratiche (lasciamo perderne l'aggettivazione "antifascista", preferisco quella "democratica") come problema ed ostacolo al superamento della crisi, provocata del resto dalla stessa neoplasia che è la finanza deregolamentata di cui J.P. Morgan è una nota metastasi (vedi alla voce subprime), è una cosa di una gravità inaudita. Non è più solo l'anticomunismo rituale di stampo atlantico ma il desiderio di spazzar via anche gli ultimi residui di capitalismo dal volto umano che è stato il keynesismo delle politiche economiche espansive e del ruolo dello Stato come controllore e prestatore di ultima istanza. E' un autentico attacco al cuore dello Stato, ovvero nostro e di tutti i popoli liberi ed è perpetrato in subappalto da personaggi che sono disposti a tutto, anche a distruggere il proprio paese, pur di essere ammessi a qualche superloggia elitaria per soddisfare la più bieca delle vanità personali.

Ebbene, i giornali periodicamente lo scrivono, quelli di sinistra se ne scandalizzano pure, come se non fosse il segretario del PD, colui che bestemmia la parola sinistra dall'altare dei media, a fare le cene eleganti con il Tony Blair consulente di J.P. in veste di ispettore del "come procedono i lavori", al tavolo con le insulse damine del Palio, in un quadretto quasi satanico di trattativa per la compravendita di anime. Lo scrivono ma poi non succede niente.
Eppure è lì nero su bianco. Il problema non è economico ma politico. Insomma il problema siete voi.

La struttura del mondo è un multilevel. Credevamo fosse l'Europa all'apice del potere ma Bruxelles è l'ennesima dependance abitata da servi. Basta guardare Barroso, Van Rompuy e Juncker. Il cuoco, l'autista e il maggiordomo. Ancora più su di Bruxelles e in ogni luogo c'è il club ristretto dei super ricchi che creano il denaro dal nulla e a noi dicono che non ci sono i soldi. Nonostante creino denaro con la pietra filosofale dei derivati, vogliono i nostri soldi, i nostri risparmi, perché sanno benissimo che quella si che è ricchezza vera. Gente che tiene in ostaggio il mondo e ormai, con i freni del delirio di onnipotenza saltati, è in piena rotta di collisione con Dio.
Non ci vuole più Europa. Quello è uno slogan superato. Ci vuole più reazione, più ancient regime. Ce lo chiede J.P.Morgan. E ormai i governi post-democratici italiani scrivono sotto sua dittatura. 



giovedì 11 dicembre 2014

L'eccezionalismo piddino


Che sia #lavoltabuona? Un articolo di Cesare Sacchetti che condivido totalmente si chiede: "Nel 1992 l'annullamento di un'intera classe dirigente portò a Maastricht e all'euro. Oggi?"
La domanda nasce dalla sensazione che questa inchiesta che riporta di prepotenza in prima pagina la CORRUZIONE della politica come male assoluto del nostro paese, non sia altro che il pezzo mancante e finalmente ritrovato del puzzle di Tangentopoli, con la non leggera conseguenza che al serpentone metamorfico attualmente chiamato PD potrebbero arrivare tutte assieme le cartelle con gli arretrati degli anni 90 e prima ancora, quando era PCI. 
Ormai ogni evidenza dimostra che in quel preciso momento storico, alle soglie della perdita del secondo importante pezzo di sovranità - quella monetaria dopo quella politico-militare e strategica del dopoguerra, fu compiuta una scelta: quella di salvare il maggiore partito di sinistra dallo tsunami giudiziario sul malaffare in modo da poterlo affiancare al costituendo nuovo grande partito di centrodestra con a capo l'outsider Berlusconi per portare in scena la grande farsa del bipolarismo all'italiana. Come ha scritto Giulio Sapelli, alla fine di Tangentopoli, se da un lato sparirono partito socialista e democrazia cristiana, a sinistra pagarono solo i secondi anche se si chiamavano Primo.
Furono vent'anni di collusione, quella si mafiosa, di un meccanismo ad opposizione alternata ma in sostanza di spartizione del potere. Un grande gioco democratico, come lo si definisce nei manuali di psyop, e non di vera democrazia, con gli attori che fingevano di combattersi ma al momento giusto ognuno votava diligente le leggi che si sarebbero dovute votare per mantenere lo status quo e soprattutto non disturbare i manovratori sovranazionali. Ovvero l'Europa dei trattati capestro e del mercantilismo tedesco al servizio di un progetto globale di restaurazione reazionaria, da condurre, date le opportune circostanze, con gli strumenti della shock economy ormai collaudata da decenni in giro per il mondo. 
Non escluderei che il quadro attuale, con i paesi del vecchio continente lasciati a sbranarsi gli uni con gli altri a causa della crisi economica cronicizzata dal vincolismo ed aizzati contro la Russia come cagnetti rabbiosi, servisse proprio ad indebolirli a sufficienza per rendere più facile la perdita della terza ed ultima tranche di sovranità, quella democratica. In fondo, basta conoscere il vizietto della Germania e metterla nelle condizioni di riprovarci. Poi sarà l'ennesima passeggiata trionfale sulle macerie fumanti dell'Europa. Divide et impera, anzi, TTIP-era.
Per il futuro in questi giorni tutti si stanno lanciando in profezie più o meno infauste. Da Giampaolo Pansa che vede un generale non dietro la collina ma al posto del boy scout e aspirante ur-lodgista Renzi, fino allo stesso Matteo che minaccia che al posto suo possa arrivare la Troika. E' assai probabile che, nel mondo delle multinazionali trionfanti, come governanti rimarranno solo i loro CEO.

Tornando all'attualità dell'inchiesta denominata "Mafia Capitale": come mai mafia? Guardate qui sopra la schermata della versione online del "Fatto Quotidiano" di qualche giorno fa. (Ho scelto l'esempio del Fatto ma il discorso vale anche per gli altri giornali che, se scrivono tutti lo stesso titolo, vuol dire che stanno obbedendo alle leggi dello spin.) La parola "mafia" e le sue varianti compaiono nove volte. Eppure l'inchiesta della magistratura non si riferisce alla Mafia propriamente detta, ma casomai ad un intreccio di corruttela tra elementi della malavita romana con la solita Banda della Magliana in prima fila, con le sue propaggini estese nell'eversione nera, qualche esponente politico della passata gestione di centrodestra del Campidoglio dell'ex sindaco Alemanno, e tanto, tanto, tanto PD e cooperative rosse. Ora, se la Mafia è uno state of mind, possiamo tranquillamente definire tale il troiaio romano appena scoperchiato, ma ho il sospetto che l'utilizzo del termine, così ossessivamente ripetuto, sia volutamente fuorviante.
Se leggiamo Mafia, infatti, soprattutto se siamo lettori di rito antimafioso dogmatico del "Fatto", difficilmente pensiamo al PD ma in automatico pensiamo al centrodestra, al "mafioso" Berlusconi di cui Travaglio & Co. ci hanno raccontato le malefatte per vent'anni.
Vent'anni nei quali la propaganda ha dipinto invece il centrosinistra e i suoi esponenti come "le brave persone", per giunta eredi di quelli che avevano fatto propria la "questione morale". E' un poco la ripetizione della leggenda sugli "italiani brava gente", funzionale a loschi ed inconfessabili patti post bellici di coabitazione tra elementi reazionari traghettati dal fascismo alla democrazia con un PCI troppo potente. Gli orrori dell'una e dell'altra parte ben chiusi negli armadi della vergogna e via con la pantomima del poliziotto buono e poliziotto cattivo. Se parliamo poi di patti inconfessabili, ricordo che, se vogliamo andare alle origini, la Mafia, quella vera, fu ricompensata dell'aiuto fornito alle truppe alleate in occasione dello sbarco in Sicilia con la sua penetrazione nella gestione della politica democratica nella Repubblica a venire.

Intendiamoci, non sto dicendo che la storia di Dell'Utri, di Mangano e delle liaisons dangereuses tra Sicilia e Brianza ce la siamo sognata e che Travaglio ha versato fiumi di inchiostro per niente, ma semplicemente che tutto quel concentrarsi solo su una faccia della Luna è servito anche per offuscare altre questioni ugualmente "mafiose", che invece era opportuno nascondere on The Dark Side.
La sinistra ha avuto l'onore di portare gli italiani a Maastricht, a Lisbona e nell'unica moneta per ghermirli e nel buio soggiogarli. In cambio ha potuto costruire una rete di feudi di interesse che sempre di più hanno finito, anche per l'attitudine all'inciucio con chicche e sia, a confinare con il malaffare.
Eh si, il gioco avrebbe potuto durare in eterno se non fosse arrivata una di quelle che Marx definiva crisi periodiche del capitalismo e le magagne sono saltate fuori.

Non solo, ma si ha come l'impressione che sia nell'aria l'ennesimo imminente cambio di referente.
Si comincia ad illuminare il lato oscuro prima impenetrabile. Prima le vicende del "sistema Sesto" e del Monte dei Paschi di Siena, che si è riusciti un po' a tamponare, adesso le cooperative e gli intrecci tra buonismo, carità pelosa e immigrazione clandestina, con i cooperaroli che candidamente ammettono come siano più redditizi i migranti che la droga.

La grossa novità quindi è che questa inchiesta riguarda pesantemente il PD ed il suo meraviglioso mondo affaristico collaterale e perfino le sue cene eleganti  dove, al contrario che ad Arcore, sono le mignotte ad invitare gli imprenditori.
Da come sta reagendo il partito, si può dire che sia passato dallo spostamento iniziale della responsabilità sui soliti "fascisti e mafiosi", dall'antifascismo pavloviano insomma, ad una certa incredulità ed ora anche allo sgomento di chi forse si sta accorgendo di stare perdendo i superpoteri che lo avevano protetto fino a quel momento. Il PD e le sue precedenti mutazioni devono avere sicuramente maturato in questi vent'anni la convinzione di essere politicamente invulnerabili, perché nessuno aveva mai messo in discussione il sostrato, il tessuto affaristico che da sempre nutre il serpentone di gustosi bocconi. Le coop, le partecipate, le banche, le mani in pasta e ciò che in alcune regioni è il Potere amministrativo totale. In un certo senso qualcosa che, ahimé, ha finito per assumere proprio quei connotati inequivocabilmente mafiosi anche in zone sprovviste di coppole e lupare, che la stampa ora tenta miseramente di spostare altrove, su mafiosi immaginari ed allucinatori.
Sta diventando sempre più difficile per il PD, in un paese esasperato dalla crisi, irrorarlo con il proprio senso di superiorità, di bravapersonismo, che non è altro che una variante dell'eccezionalismo.

Per chi volesse farsi un'idea del concetto di eccezionalismo, che si riferisce di solito a quello americano, ovvero la pretesa di un paese di potersi ergersi al di sopra degli altri e di essere immune alle leggi che valgono per tutti, consiglio la visione di questo video.


Ecco, al Partito Comunista divenuto docile esecutore dei voleri imperiali sotto la guida del comunista preferito da Henry Kissinger, è stato concesso anche di abbigliarsi dell'eccezionalismo dei padroni.
E la citazione del simpatico presidente-attore americano Ronald Reagan "Dio ha messo nelle mani dell'America il destino del mondo" potrebbe adattarsi, in versione italiana, ed ascoltando la prosopopea di Renzi, a qualcosa del tipo: "Dio ha messo nelle mani del PD il destino dell'Italia".
Finché fa comodo, s'intende. Nel mondo dell'aristocrazia maggiordomi e camerieri politici spesso vengono a noia e possono finire in esubero. Soprattutto se un domani dei politici non ci sarà più bisogno.




mercoledì 10 dicembre 2014

Salsicce, crauti e piciernili

La sana dieta teutonica

Turi, che ormai è il traduttore ufficiale dal tedesco di questo blog e che non finirò mai di ringraziare, nel post precedente ha pubblicato in un commento la traduzione di questo articolo comparso nel 2008 su "Die Welt". Testimonianza importante che dimostra da dove derivino ideologicamente le due spese mensili che si possono fare con ottanta euro e con le quali ci campano intere famiglie. I piciernili, insomma. 
Sarrazin sviluppa il piano pasti dell'Harz IV

L'assessore alle finanze di Berlino Thilo Sarrazin calcola nel suo piano pasti che una persona possa cavarsela con quasi quattro euro al giorno. Secondo le idee del politico della SPD a colazione spettano due panini, marmellata, una fetta di formaggio, un bicchiere di succo così come due tazze di tè .
"L'assessore alle finanze di Berlino Thilo Sarrazin (SPD) ha sviluppato un piano pasti per i beneficiari dell'Hartz-IV. Per un nucleo domestico di una persona ha esemplarmente calcolato come si possa vivere in salute anche con poco denaro. La conclusione del senatore è che "con appena 4 euro un adulto può acquistare cibo sufficiente per un giorno. Grazie alle prestazioni sociali ci si può nutrire pienamente e in maniera salutare."

Il piano pasti di Sarrazin prevede per un pranzo per persona una salsiccia arrosto a 38 centesimi con 150 g di crauti a 12 centesimi e purè di patate a 25 centesimi più spezie e olio per 20 centesimi. In totale Sarrazin giunge a una quota giornaliera tra € 3,76 e € 3,98.

In ogni modo, affinché il calcolo funzioni è necessario che non venga speso alcun denaro in alcool [Niente birra, sorry.] La quota giornaliera che spetta a un beneficiario dell'Hartz IV è infatti di € 4,25 (quattro/25) e € 128,00 mensili dei 347 € totali. L'amministrazione finanziaria del Senato di Berlino ha calcolato le cifre sulla base dei prezzi attuali al supermercato.
La realizzazione di piani pasti per persone a basso reddito ha una motivazione contingente. L'assessore alle finanze di Berlino ha paura che a causa del dibattito in corso sulla povertà infantile debba essere messo a disposizione più denaro per i piani di prestazione sociale come l'Hartz IV. L'abbandono dell'austerità a Berlino avrebbe conseguenze gravose per il bilancio. Secondo uno scenario credibile, che il senatore ha abbozzato, l'aumento del 2% delle uscite fino al 2011 significherebbe un incremento dai 18,2 miliardi di euro del 2007 a 19,7 miliardi - dunque uscite aggiuntive per 1,5 miliardi di euro. Il senatore scorge un pericolo per l'operazione di consolidamento non solo in più elevate prestazioni sociali, ma anche negli aumenti salariali degli impiegati nel settore pubblico.
Già in una riunione della SPD di due settimane fa il senatore ha ammonito dal giungere a conclusioni fallaci come voler risolvere la povertà infantile elargendo più denaro in assistenza. Secondo il parere del senatore molti dei problemi che affliggono le famiglie indigenti non sono in relazione col denaro che viene messo a loro disposizione dallo Stato. Secondo l'opinione di Sarrazin, la frequente obesità infantile che si riscontra nelle famiglie povere ha qualcosa a che fare con la mancanza di moto e la cattiva alimentazione."
Nella stessa riunione alcuni compagni della SPD, quali i deputati Burgunde Grosse e Lars Oberg, avevano accusato Sarrazin di cinismo. La replica è arrivata venerdì anche dall'assessore alle politiche sociali Heidi Knacke-Werner (Die Linke): “Ritengo in linea generale inaccettabile che persone benestanti rinfacciano qualcosa a persone con basso reddito.” Knacke Werner si adopera anche per un aumento della quota per i bambini. La povertà infantile non è solo questione di cibo. La povertà restringe la partecipazione sociale, di modo che andare al cinema o acquistare libri diventa impossibile." (fonte)
  
Fa piacere che alcuni compagni della SPD, ad ascoltare il piano nutrizionale, nonché bomba lipidica del compagno Sarrazin per i tedeschi poveri - francamente una sorta di piano Morgenthau culinario, abbiano avuto un moto di repulsione.
La SPD, lo ricordo, è in teoria il maggior partito di sinistra tedesco ma, come avete potuto leggere, quando si tratta di affamare il popolo - e nel 2008 eravamo appena agli albori della crisi globale - questi macellai con il grembiule rosso riescono sempre ad offuscare il mito della Thatcher che toglieva il latte ai bambini nelle scuole.

Thilo Sarrazin è un bel personaggino poliedrico, che potete conoscere meglio grazie all'intervista (1 e 2) al Frankfurter Allgemaine Zeitung tradotta da "Voci dalla Germania" . Un funzionario di partito, un compagno entrato in banca pure lui. E che banca, nientepopodimeno che la BUBA, della quale è stato membro del consiglio.
Nel 2009, sempre in tema di poveri, censurò l'aumento delle pensioni definendolo come insensato, consigliando invece il governo di preparare i cittadini anziani a un "lento declino verso il livello di sussistenza". Che bello, un altro cultore de sinistra della durezza del vivere altrui! Del resto un suo zampetto nelle politiche preparatorie dell'Anschluss della RDT nel 1989-1990 nella sua biografia lo si ritrova. Buon curriculum non mente.
Le cose parevano andare a gonfie vele per Thilo ma nel 2010 si fece cacciare dalla BUBA per via di un libro "La Germania si abolisce" nel quale esprimeva posizioni assai critiche sull'islam e l'immigrazione, condite anche con gli odori dell'antisemitismo. Scandalo generale e raus.
Perché i propri concittadini e i condomini europei si possono massacrare, i vecchi affamare e i diritti dei lavoratori possono venire stracciati da un giorno all'altro in nome di un dogma monetarista, tanto avranno i 4 euro d'elemosina per la salsiccia giornaliera, ma guai a parlar male degli immigrati e delle minoranze. I famigerati diritti umani che hanno sostituito i diritti dell'Uomo, come diceva Costanzo Preve, e che sono la coccarda all'occhiello della sinistra busona dei nostri giorni.

Nel 2012, altro cambio di marcia ed altro libro, dal titolo eloquente: "L'Europa non ha bisogno dell'euro" dove Sarrazin si dichiara deluso dagli esiti dell'introduzione della moneta unica. Perché ha mandato in vacca il sud Europa e ha impoverito l'intero continente deindustrializzandolo e decimando la classe media produttiva? Perché manderà la Germania a frantumarsi le corna contro il muro per l'ennesima volta? Nein, naturlich. In un'intervista a Swissinfo, il nostro afferma che l'euro non funziona perché  "i paesi sono diversi tra loro. Il problema è che l’unione monetaria potrebbe funzionare soltanto se tutti agissero come i tedeschi!" E, riferendosi alla Svizzera, conclude dicendo che "il franco svizzero dovrebbe legarsi maggiormente al dollaro." Credo che gli gnomi stiano ancora tenendosi la pancia dal ridere e che le loro risate arrivino fino in Argentina.

Per capire di che tipo sia il cosiddetto antieurismo di Sarrazin, ecco qualche perla dell'economista spiddino, tratte dall'intervista citata alla FAZ.net:
"La Germania non ha nessun'altra scelta, se non quella di rimanere fedele ai trattati. Questo significa, una volta che le garanzie sono state offerte devono essere rispettate. Più queste posizioni vengono sostenute con forza, meglio saranno comprese dagli altri. La cancelliera Merkel deve dire chiaramente al nuovo presidente francese, che la Germania sul Fiskalpakt non intende retrocedere."
Corna ben protese in avanti e locomotiva lanciata a bomba contro la giustizia sociale. Keine Gegestaende aus den Fenster Werfen. Brava Angela, aspetta di andarlo a dire a Marine.
"La Grecia è solo la punta dell'iceberg. Inoltre i Mecklemburghesi sono molto più responsabili dei greci con il denaro e hanno un bilancio in ordine. Spendono solo quello che ricevono dalle tasse e dal finanziamento statale, e quello che i turisti lasciano nelle località turistiche sul Mar Baltico. Nulla di più."
"Quello che 60 milioni di tedeschi dell'ovest si sono potuti permettere per i 17 milioni dell'est, non lo possono certo ripetere per 400 milioni di europei. I greci hanno ricevuto aiuti dalla UE anche prima della crisi del debito, aiuti che corrispondono al 150 % del PIL. Avrebbero potuto ottenere molto di più, perchè il paese è così piccolo e piace a tutti. Se solo avessero sistemato le loro spiagge, costruito dei bei chioschi, e non avessero sperperato il denaro. Ma continuare a sostenere l'abbondante spreco di denaro, non è una buona idea anche per la Grecia."
I virtuosi. Ancora i virtuosi, sempre i virtuosi. Ma così maledettamente disonesti. La stratosferica faccia da culo di chi ha consapevolmente saccheggiato la parte orientale del proprio paese, con la scusa di salvarla dal comunismo, lasciandone macerie fumanti, mentre le industrie dell'Ovest, la solita macchina da guerra industriale tedesca, faceva profitti da leggenda. Altro che i sacrifici per la riunificazione (che per altro abbiamo pagato in parte anche noi condomini del residence Europa). 

Com'era quella che "bisogna andare là a convincere i tedeschi" e "bisogna farli ragionare"? 
Non cambieranno e non pagheranno mai. Fuggiamo, prima che non ci rimangano nemmeno i quattro euro per la salsiccia.

mercoledì 3 dicembre 2014

Bandiere rosse e cravatte verdi


Barbara Spinelli ha firmato, assieme a 31 altri europarlamentari, la richiesta di apertura di una procedura di infrazione per l'Italia che "maltratterebbe i migranti irregolari che non vogliono lasciarsi identificare" e lo fa proprio a ridosso di un'inchiesta giudiziaria che rischia di dimostrare che la carità e la bontà nei confronti degli immigrati può avere assai a che fare con il vile interesse di speculatori. "Con i migranti si guadagna più che con la droga", afferma in un'intercettazione uno degli infamoni indagati per l'ultimo intreccio politico-mafioso di malaffare che coinvolge la città di Roma, le cooperative zozze e tutto il cucuzzaro che ha in gestione il business dell'immigrazione. E se si guadagna in base al numero, ecco, a pensar male ma con il rischio di azzeccarci, sorgere il sospetto che più ne arrivino e meglio sia, soprattutto se si pensa ai milioni auspicati dall'ONU. Un losco traffico di schiavi sulla pelle loro e nostra, sciaguratamente fomentato e favoreggiato dalle varie dame di San Vincenzo istituzionali. Compresa la Spinelli junior.
In attesa di ricevere le bacchettate sulle nocche dai presidi del collegio Pierpaoli di Bruxelles, sentiamo cosa pensano in Germania dell'immigrazione selvaggia, e non nei circoli neonazisti ma sulle colonne della "Rote Fahne" (Bandiera Rossa), la versione online della gloriosa rivista fondata nel 1918 da Rosa Luxemburg. E questi mica sono comunisti: so' communisti così.

L'articolo è stato pubblicato l'anno scorso. Ringrazio gli amici Paolo Corrado per la segnalazione e Turi per la sua preziosa traduzione dal tedesco. 

"No border, no nation – Il nuovo marketing dell'imperialismoCome ci si approfitta dei migranti africani per il Nuovo Ordine Mondiale
di Stephan Steins [direttore della "Rote Fahne"]
In Germania e nell'istituzione imperiale UE (Unione Europea) non vi è alcun diritto d'asilo. Lo abbiamo al più tardi capito da quando l'asilo politico è stato negato all'attivista per i diritti civili, informatore e già collaboratore del servizio segreto militare statunitense NSA Edward Snowden, in fuga dal regime USA.
In Europa soltanto la Russia si è mossa a compassione concedendo asilo al rifugiato politico Snowden.
Alla luce di ciò, appaiono tanto più osceni i fatti e le notizie con cui i tedeschi e il pubblico della UE vengono martoriati di continuo da settimane.
Solo il mese scorso si è appreso che il Think Tank britannico Longevity Centre, specializzato in demografia, propaganda l'immigrazione in Europa di non meno di 11 milioni (!) di stranieri fino al 2020, poiché altrimenti “la UE” perderebbe “l'equilibrio del suo sistema pensionistico”. [in realtà forse Steins  si riferisce al documento dell'ONU di cui ho già parlato qui.]E' evidente che il territorio della UE, caratterizzato da disoccupazione e povertà di massa, anche giovanile, disponga di sufficiente forza lavoro propria. Al capitale organizzato internazionale non vanno bene né politiche sociali per i propri cittadini, né il benessere dei migranti dell'Europa dell'est, dell'Asia e dell'Africa, la cui emergenza sociale viene strumentalizzata come causa umanitaria.
L'immigrazione di massa e l'eccessiva presenza di stranieri nelle repubbliche e negli spazi culturali europei sono funzionali all'imperialismo su diversi piani.
Nel breve termine viene importata una potenziale manodopera  proveniente da paesi a basso salario per lo sfruttamento capitalistico locale.
Sul medio termine viene forzata la disintegrazione culturale e sociale e in seguito statale delle conquiste storiche caratteristiche della repubblica democratica borghese.
Il “Nuovo Ordine Mondiale” non bada ai confini territoriali secondo il diritto internazionale, né al diritto di autodeterminazione nazionale. Questi obiettivi politico-strategici dell'imperialismo necessitano dell'intermediazione dei media. Per la partecipazione al proprio etnocidio i popoli europei devono essere condizionati emozionalmente. "Guarda", così suona l'infame parola, "questi esseri umani, tra cui donne e bambini, sono annegati perché voi non li avete aiutati".
E coloro che in buona fede credono a siffatta disinformazione, non hanno afferrato che noi siamo nel mezzo di una guerra, in quella guerra che nei libri di storia entrerà col nome di guerra imperiale.
Accade oggi di leggere la frase: “No border, no nation” come slogan di marketing davanti l'ufficio immigrazione di Berlino. Gli agenti dell'imperialismo si manifestano in maniera sottile  – visto che  già attraverso la scelta della loro lingua rinviano alla loro paternità.
Sono passati appena due anni da quando le bombe della NATO, finanziate anche dalle nostre tasse, hanno massacrato in Libia oltre 100.000 persone. “No border, no nation” è diventato per gli uomini di laggiù una sanguinosa realtà imperiale.
“No border, no nation” scava la sua crudele impronta di morte, omicidi di massa, terrore, tortura, fame e miseria sociale intorno al globo, dall'Iraq alla Jugoslavia, dall'Afghanistan alla Libia fino in Siria, con l'Iran già nel mirino.
“No border, no nation” è sinonimo di guerra dell'impero contro il diritto internazionale.
Vagabondi dall'Africa si accampano a Berlino davanti la porta di Brandeburgo, come anche in altri luoghi. Uomini che non parlano una parola di tedesco, siedono davanti a striscioni di produzione professionale in lingua tedesca. Presumibilmente provengono dall'isola italiana di Lampedusa.
Chi ha portato questa gente nella capitale tedesca? Chi li organizza, formula le loro richieste, li dota di costoso materiale pubblicitario e li piazza mediaticamente in scena?
Si dice che abbiano pagato parecchie migliaia di dollari per persona agli scafisti per la traversata verso l'Europa dalll'Italia – più denaro di quanto le vittime tedesche delle riforme Hartz IV siano in grado di racimolare. Chi paga queste somme?
La risposta a queste domande dovrebbe trovarsi nelle reazioni dei funzionari dell'impero. Già i funzionari UE esigono l'ulteriore allentamento delle politiche di immigrazione dell'UE. Il discorso delle “società aperte” viene adesso rinforzato (lo slogan Multi-Kulti sembra essere stato accantonato).
E ciò come se l'Europa non fosse stata già abbastanza aperta in passato. Secondo le statistiche, vivono, nella sola Germania, da 10 a 20 milioni di stranieri. Nella città portuale olandese di Rotterdam la popolazione indigena è già oggi in minoranza.
Chiunque difenda il diritto di autodeterminazione dei popoli viene accusato immediatamente di razzismo dall'egemonia imperiale. Dove sono questi presunti antirazzisti quando c'è da lottare per il diritto internazionale e contro la guerra imperiale?
Qui viene condotto un gioco sporco, non da ultimo sulla pelle di comparse straniere.
Come socialisti vale la nostra solidarietà internazionale alle classi lavoratrici in lotta e ai loro popoli. La farsa imperiale non è affar nostro."
Che roba, eh? Che sporchi nazionalisti, piccoloborghesi, idealisti e fascisti. Così lontani dalla vera sinistra italiana dell'accoglienza, dello stile di vita del migrante che sarà il nostro, della melassa buonista cazzuolata in faccia a tutte le ore. Dell'antirazzismo a suon di autorazzismo di questi self-hating Italians. 
Un comunista  invece che parla come un Salvini desnudo qualsiasi in cravatta verde. Ma in che mondo viviamo, signora mia.
Dite la verità, da quanto non sentivate la parola IMPERIALISMO in bocca ad un comunista? Io ormai la leggo solo negli articoli di Fulvio Grimaldi. Qui siamo dovuti andare a Berlino.
Già, è vero, scommetto che state notando in questo momento che la sinistra italiana ha smesso ormai da tempo immemorabile di criticare l'imperialismo americano, ovvero del complesso militare-industriale e dei suoi vari presidenti immagine intercambiabili. Sarà per questa novella mansuetudine verso l'Impero che è così ansiosa di firmare il TTIP, che è come un Fiscal Compact elevato alla enne? 

Infine il buon Stephan, sull'argomento immigrazione, si fa la mia stessa domanda. E' proprio vero che quei poveri che non hanno niente da perdere pagano migliaia di dollari per il viaggio per venire in Europa, come recita la propaganda del frame? O non saranno piuttosto al contrario arruolati e pagati per affrontare il tremendo disagio della migrazione verso una terra dove non troveranno certo il paese dei balocchi ma in cambio della possibilità di lasciare un po' di denaro alle loro famiglie nel paese d'origine? 


martedì 2 dicembre 2014

Fatevi inoculare



Perdonate la battutaccia volgare del titolo ma l'immagine del Bruno Vespa che a "Porta a Porta" si fa inoculare (non immaginate la sofferenza di una povera disgrafica a scrivere quel verbo senza sbagliare) il vaccino antinfluenzale è l'immagine top spin dell'anno. Chissà se era vero vaccino o un placebo? "Perché Macbeth hai portato quel pugnale?", insomma, un po' di teatro. Ma no, che malfidata, era sicuramente quello proveniente proprio dal lotto ingiustamente incriminato e subito scagionato a furor di multinazionale.

Sono ufficialmente una precog. L'altra sera avevo twittato che vi sarebbe stato un giornalista che si sarebbe fatto vaccinare in diretta al TG. Il candidato più probabile per me era Chicco Mentana, visto come si era speso subito ed ardentemente in difesa del bambinetto difficile di BigPharma, prima ancora che il ministero, la ministra e tutto il cucuzzaro della Salute comunicassero ufficialmente che non c'era alcun problema, che i vecchi erano morti per i cavoli loro, soprattutto perché vecchi e che il vaccino era certamente sicuro, in attesa di ulteriori indagini. (Notare la conclusione che precede la verifica.) Insomma, il Grande Fratello ammonisce: non sono ammesse discussioni politiche sui vaccini perché i vaccini non si discutono.
Quindi ho sbagliato giornalista ma azzeccato in pieno la previsione che ci sarebbe stata la cavia umana mediatica offerta in sacrificio per Loro.

Ed eccola, l'inoculata live con tanto di medico in camice bianco. Quanti ricordi quella foto, perché in fondo mica è un'idea tanto originale, caro Bruno. Il più celebre precedente è il presidente americano Ford che nel 1976, per una di quelle pandemie annunciate e strombazzate a suon di media e che per fortuna poi non si avverano, si fece inoculare (aridaje) il vaccino approntato in fretta e furia contro l'influenza suina. Il buon vecchio topolino Gerald, da brava cavia, e consigliato da ottimi spin doctors, lo fece per convincere il popolo americano della bontà della vaccinazione di massa ma, oops!, purtroppo il vaccino causò un mucchio di problemucci neurologici con gli effetti collaterali. Quella storia l'ho già raccontata qui, per chi volesse rispolverarla.

Sono passati tanti anni ma, nonostante lo smacco di allora che fa giurisprudenza e che scoraggia tutt'ora l'avvio di campagne di vaccinazione di massa negli USA, ogni tanto ci riprovano. Il vaccino antinfluenzale è uno dei bisinissi più redditizi, soprattutto se sono gli Stati che pagano per milioni di dosi che spesso finiscono invenduti sugli scaffali. Si scatena una bella paura collettiva, si arruolano gli eserciti degli inoculatori, le teste di legno staccano gli assegni statali e il gioco è fatto. Dite che non è vero? Se avete voglia guardate questo istruttivo documentario della Televisione Svizzera sui tanti, forse troppi, falsi allarmi pandemici e gli enormi conflitti di interessi che allignano nel settore della salute, dove chi dovrebbe controllare risulta spesso a libro paga della multinazionali del farmaco.




Tornando all'attualità di questi giorni, la morte di undici anziani merita senz'altro di essere indagata seriamente e senza pelose pagliacciate televisive di contorno. Purtroppo, visto il dispiego di mezzi corazzati mediatici e nonostante i flebili belati di protesta dei medici di famiglia, a meno che i morti diventino molti di più, e Dio non voglia mai, siccome ci si è accontentati della fallacia del "certamente sicuro in attesa di ulteriori indagini", il che vuol dire che il dogma vaccinale non si discute, il vaccino tornerà ad essere somministrato ai nostri vecchi. Dovesse essercene bisogno, ci saranno ancora giornalisti che, in diretta TG, ne raccomanderanno la somministrazione "soprattutto ai bambini" ed altri eroici che si faranno inoculare in diretta.  E tutto ciò per puro amore della scienza e della razionalità, s'intende.
Ma no, non siate severi con loro, seguono semplicemente il frame, si fanno trasportare dalla corrente, rispondono ad un preciso condizionamento. Ormai per certi argomenti viaggiano con il pilota automatico. Infatti, se leggete gli articoli di giornale e servizi televisivi su questo allarme vaccino, sono tutti perfettamente uguali, usano le stesse parole, le medesime fallacie, le frasi ad effetto e non offrono alcuna cifra da sottoporre a validazione e questo può significare una sola cosa, che è in azione lo spin. La cosa preoccupante, al di là dell'elemento grottesco del "poveretto come s'offre" alla Vespa, è: chi garantisce veramente il consumatore, il paziente quando è in funzione una tale macchina da guerra a favore della bontà a prescindere di farmaci stabilita da chi li produce e che viene certificata da chi viene pagato dai produttori per farlo?

Per carità, chi vuol farsi inoculare lo faccia. E' come il discorso dei due euro e delle primarie. Basta crederci. Ma ricordi che, come si impara guardando qualunque film hollywoodiano su pandemie e contagi, in caso di pandemia vera non ci sarebbero mai comunque abbastanza dosi di vaccino per tutti, perché non sarebbe economicamente conveniente prepararne tante. Gli affari sono affari.

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